Politica linguistica e linguistica applicata

La normativa e le politiche di tutela della minoranza linguistica friulana e di valorizzazione e promozione della sua lingua sono state predisposte, in particolare dalla Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, seguendo una logica di pianificazione e di normalizzazione linguistica, in linea - quanto meno sul piano teorico - con altre esperienze avviate altrove in Europa, dalla Catalogna al Galles e ai Paesi Baschi.

Con la Legge Regionale 15/1996 si è trovata la soluzione alla questione della grafia: da oltre vent'anni la lingua friulana ha la sua grafia ufficiale, utilizzata sia per la varietà standard di riferimento che per le varietà locali, come è stato confermato anche dalla Legge Regionale 29/2007.

Col primo provvedimento regionale interamente dedicato al friulano, che all'articolo 10 chiarisce come l'obiettivo dell'azione regionale sia «lo sviluppo della lingua friulana come codice linguistico adatto a tutte le situazioni della vita moderna e, in particolare, utilizzabile attraverso i mezzi di comunicazione sociale», l'Amministrazione regionale si era dotata di un apposito ufficio per la tutela di tutte le minoranze linguistiche del Friuli e di Trieste e di un organismo specifico per la pianificazione della politica linguistica per il friulano, l'OLF (Osservatorio regionale della lingua e della cultura friulane), che nel 2004 è stato sostituito dall'ARLeF.

La comunità friulana si è dotata di strumenti fondamentali per l'utilizzo e la promozione della sua lingua, dai dizionari come il GDTB (Grande Dizionario Bilingue Italiano Friulano) e quello realizzato dal Centro di Linguistica Applicata Angelo Pittana (CLAAP) ai correttori ortografici e alla tastiera friulana fino alla piattaforma didattica Lenghis, al centro di documentazione didattica Docuscuele. Infine è in fase di definizione il sistema di Certificazione delle competenze linguistiche in lingua friulana, secondo il Quadro comune europeo di riferimento predisposto dal Consiglio d'Europa.